Negli anni cinquanta abitavamo vicino ad Arezzo, non lontani dal convento dei frati cappuccini. Nelle famiglie cattoliche di allora era “cosa buona e giusta” avere un consigliere spirituale, nella fattispecie impersonato da Padre Giovanni. Un vero francescano che viveva nella povertà più assoluta. Indossava un saio liso ma pulito, una magrezza, da far paura, dovuta ai lunghi digiuni, un’ intelligenza viva ed una grande cultura, non solo religiosa, che tuttavia non ostentava. Sapevamo che il convento era molto povero, pertanto a volte, Padre Giovanni era da noi a pranzo. La sua conversazione era sempre piacevole e profonda, la sua fede era incrollabile ma non prevaricatrice. Capitò un giorno, che ci disse, dopo pranzo, di non potersi trattenere perché aveva molta strada da fare. Alla domanda dove fosse diretto ci rispose: a Siena. Da casa nostra a Siena c’erano circa sessanta chilometri. Gli chiedemmo come intendesse andarci. Risposta: a piedi e aggiunse la divina Provvidenza mi accompagnerà. Dopo averci salutato partì. Rimanemmo perplessi ben sapendo che non aveva mai denaro con sé. Dopo un po’ mio padre, che poi tanto cattolico non era, mi disse: te la senti di vestire i panni della divina Provvidenza? Prendemmo la macchina e raggiuntolo ci avviammo verso Siena. La strada di allora passava per Montesansavino ed in cima al passo ci investì in pieno un temporale . Non si vedeva più niente ci dovemmo fermare: tutto intorno tuoni, grandine e fulmini. Allora, mio padre, professore di fisica, forse per rincuorarmi, disse: in queste condizioni la macchina si comporta come una gabbia di Faraday pertanto non c’è alcun pericolo. Il frate aggiunse: la divina Provvidenza non mi ha mai abbandonato. Sapevo perfettamente cosa fosse una gabbia di Faraday, ma vi assicuro che un conto è studiarla sui libri del liceo e un altro starci dentro!! Non osai dire ad alta voce quello che mi passò per la mente. E se la famosa gabbia non funzionasse? E se la divina Provvidenza fosse impegnata altrove? Andò tutto per il meglio. Non so se per merito della gabbia, come sosteneva mio padre o per merito della Provvidenza, come sosteneva il frate, oppure per il caso come pensavo io. Ossia lo scienziato, il credente e lo scettico.
venerdì 10 aprile 2009
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Forse avevate ragione tutti e tre, ma erano diverse le risposte alle vostre domande.
RispondiEliminaIo posso solo augurati di trovare, se ancora non l'hai avuta, la giusta risposta e sentirti finalmente appagato.