A Palestrina, una cittadina alle porte di Roma c’è un “gioiello” nascosto un edificio del II secolo a. C. che vanta uno stato di conservazione unico nel panorama dell'epoca e con una struttura muraria di quasi venti metri d'altezza, ricca di sofisticate decorazioni ornamentali.
Una testimonianza di architettura ellenistica che non ha eguali in Italia e che gli archeologi chiamano Aula absidata.
Questa meraviglia da anni è in attesa di essere restaurata come racconta la sopraintendente archeologa del Lazio Sandra Gatti: "Dopo sei anni di stallo, siamo in attesa ora della gara di appalto per iniziare i lavori che ci consentiranno almeno entro un anno la sistemazione del monumento e l'apertura al pubblico”.
Questo progetto oltre al pregio artistico, apre anche nuove aspettative nel mondo degli studiosi, perché gli accertamenti archeologici fin qui condotti hanno riportato alla luce un patrimonio straordinario che farà luce su dubbi di carattere architettonico che fin’ora hanno diviso generazioni di archeologi. Il nome di Aula absidata è da ricercare nella sua planimetria rettangolare culminante in una grande abside che ha la struttura di una monumentale grotta naturale, alta dodici metri, scavata nella roccia calcarea viva che trasuda ancora acqua, una sorta di ninfeo di palpabile suggestione decorato con nicchie disposte su due ordini, dove venne ritrovato il celebre mosaico del Nilo, capolavoro assoluto di maestranze greco-alessandrine, oggi conservato al Museo nazionale archeologico Prenestino della cittadina.
Come tutti i tesori che si rispettino le meraviglie dell'Aula Absidata sono nascoste. Lo sono state per secoli perché l'edificio antico venne riconvertito in episcopio della città per poi essere utilizzato come seminario vescovile legato alla vicina cattedrale di S. Agapito. Con il risultato tragico che l'antica architettura fu letteralmente trasfigurata da scellerati rimaneggiamenti moderni che ne alterarono la lettura originaria.
"Il recupero dell'Aula è stato assai delicato e difficile, ha necessitato una coraggiosa operazione di sventramento di tramezzi che avevano segmentato in tante stanze l'originaria planimetria, mortificando anche il raffinato mosaico a micro-tessere bianche (dai 2 ai 5 millimetri di lato) che rivestiva tutta la pavimentazione. Dopo è stata necessaria un'operazione di rimozione di cartongessi e controsoffitti che avevano ridimensionato la vertiginosa altezza dell'ambiente, ma soprattutto di eliminazione del pesante strato di intonaco bianco che aveva completamente occultato gli apparati decorativi sulle pareti. Ne vengono fuori duemila metri quadrati di struttura muraria in "opus incertum" (oggi articolati su quattro piani) impreziosita alla base da un podio con fregio riccamente scolpito che scorre lungo il perimetro rettangolare, e scandita sulle pareti da un doppio ordine di semicolonne culminanti in capitelli di stile ionico: "Ma non sono capitelli tradizionali da manuale - avverte Sandra Gatti - Sono un unicum, uno stile ionico raffinatissimo, diverso dai classici, con varianti estetiche mai riscontrate". Fulcro dell'Aula è sicuramente la grotta, vero gioiello di messinscena. "Bisogna immaginarsela in origine con il mosaico del Nilo coperto da un velo d'acqua e il gioco artefatto di stalattiti e stalagmiti che amplificavano l'effetto della roccia calcarea viva", avverte Sandra Gatti. E secondo il progetto, col completamento dei lavori sarà rimossa la tamponatura moderna della semicupola per offrire così al pubblico una visione anche dall'alto.
Questo gioiello di architettura romana ellenistica di Palestrina è una delle migliaia di testimonianze di grande valore artistico, storico e archeologico che arricchiscono il nostro Bel Paese, e che rimangono sconosciute al grande pubblico.
Oggi si viaggia molto all’estero, in modo quasi “ossessivo-compulsivo” senza nemmeno conoscere il patrimonio artistico italiano, che per qualità e quantità non ha eguali al mondo e che all’estero tutti ci invidiano. Non c’è paese al mondo più bello e ricco di storia dell’Italia, non dimentichiamolo mai, soprattutto DIFENDIAMO la nostra terra, da chi non rispetta noi e i nostri tesori.
lunedì 15 giugno 2009
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Hai fatto bene a pubblicarla, perchè voglio comunicare agli autori di Aquaeductus che, nel prossimo articolo del mio omologo Marsh, che apparirà sul Giardino delle Esperidi, sarà contenuto un ampio riferimento a questo articolo.
RispondiEliminaSu Giardino delle Esperidi è pubblicato l'articolo di cui sopra.
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