mercoledì 30 settembre 2009


Scoperto il «Colosseo» nel Porto di Traiano a Ostia
Dopo 3 anni di scavi l'anfiteatro grande quanto il Pantheon, per ora ha mostrato solo le fondamenta
Il porto di Traiano (Foto Ciofani)ROMA - Ricorda il Colosseo, l'anfiteatro lungo 42 metri e largo 38 scoperto a Ostia nel Porto di Traiano. Di dimensioni inferiori all'Anfiteatro Flavio, icona della città di Roma in tutto il mondo, il nuovo Colosseo per ora ha mostrato solo le fondamenta. L'ipotesi ricostruttiva è che l'alzata delle pareti perimetrali che sostenevano le tribune fosse almeno di dieci metri.
GLI SCAVI - La scoperta è frutto di una campagna di scavo durata tre anni condotta in collaborazione con la British School at Rome, l'Università di Southampton e l'Università di Cambridge, e diretta dal professor Simon Keay. «L'unicità della scoperta - dice Keay - sta nel fatto che è la prima volta che viene rinvenuto un anfiteatro nel cuore di una zona portuale. Altra particolarità e che questo emiciclo spicca nel centro del Palazzo Imperiale di Traiano, anche se l'edificio appena scoperto è databile all'inizio del III secolo d.C. La nostra sfida è capire perchè ci fosse una struttura simile dentro il palazzo imperiale». E continua: «Il nostro lavoro è iniziato nel '98 con una serie di indagini, e nel 2007 abbiamo avviato la campagna di scavo concentrandoci sul Palazzo Imperiale, un complesso molto importante che si estende tra i due bacini, quello di Claudio e di Traiano, e che rivela tracce dal I secolo all'epoca bizantina, in base alle trasformazioni del porto».
UN ANFITEATRO PRIVATO - «Altro aspetto importante è che l'anfiteatro può essere identificato con il teatro indicato da Rodolfo Lanciani durante gli scavi del 1868. Questo anfiteatro in scala ridotta rispetto al Colosseo e grande più o meno come il Pantheon, era chiuso nel palazzo, quindi non visibile dall'esterno, molto probabilmente un luogo privato per un godimento esclusivo dell'ufficiale pretore che gestiva il posto». La campagna di scavo si chiuderà il 9 ottobre, poi seguiranno le pubblicazioni. «Ma vogliamo intanto realizzare un sito internet per la ricostruzione virtuale del porto di Roma all'indomani delle nuove scoperte - dice Keay - Quello per il Porto di Traiano è uno scavo archeologico modello perchè qui stiamo sperimentando tutte le metodologie di indagine, dalla geofisica al carotaggio alla realtà virtuale». Fruibile l'area? «Sarebbe importante aprirlo al pubblico, nel futuro spero che con i nostri lavori la gente conosca le potenzialità del sito. La speranza è che si apra al pubblico».

giovedì 24 settembre 2009

Santa Croce - Firenze

A egregie cose il forte animo accendono / l'urne de' forti, o Pindemonte; e bella / e santa fanno al peregrin la terra / che le ricetta. Io quando il monumento / vidi ove posa il corpo di quel grande / che temprando lo scettro a' regnatori / gli allòr ne sfronda, ed alle genti svela / di che lagrime grondi e di che sangue; / e l'arca di colui che nuovo Olimpo / alzò in Roma a' Celesti; e di chi vide / sotto l'etereo padiglion rotarsi / piú mondi, e il Sole irradïarli immoto, / onde all'Anglo che tanta ala vi stese / sgombrò primo le vie del firmamento: / - Te beata, gridai, per le felici / aure pregne di vita, e pe' lavacri / che da' suoi gioghi a te versa Apennino! / Lieta dell'aer tuo veste la Luna / di luce limpidissima i tuoi colli / per vendemmia festanti, e le convalli / popolate di case e d'oliveti / mille di fiori al ciel mandano incensi: / e tu prima, Firenze, udivi il carme / che allegrò l'ira al Ghibellin fuggiasco, / e tu i cari parenti e l'idïoma / désti a quel dolce di Calliope labbro / che Amore in Grecia nudo e nudo in Roma / d'un velo candidissimo adornando, / rendea nel grembo a Venere Celeste; / ma piú beata che in un tempio accolte / serbi l'itale glorie, uniche forse / da che le mal vietate Alpi e l'alterna / onnipotenza delle umane sorti / armi e sostanze t' invadeano ed are / e patria e, tranne la memoria, tutto. / Che ove speme di gloria agli animosi / intelletti rifulga ed all'Italia, / quindi trarrem gli auspici. E a questi marmi / venne spesso Vittorio ad ispirarsi. / Irato a' patrii Numi, errava muto / ove Arno è piú deserto, i campi e il cielo / desïoso mirando; e poi che nullo / vivente aspetto gli molcea la cura, / qui posava l'austero; e avea sul volto / il pallor della morte e la speranza. / Con questi grandi abita eterno: e l'ossa / fremono amor di patria. Ah sí! da quella / religïosa pace un Nume parla: / e nutria contro a' Persi in Maratona / ove Atene sacrò tombe a' suoi prodi, / la virtú greca e l'ira. Il navigante / che veleggiò quel mar sotto l'Eubea, / vedea per l'ampia oscurità scintille / balenar d'elmi e di cozzanti brandi, / fumar le pire igneo vapor, corrusche / d'armi ferree vedea larve guerriere / cercar la pugna; e all'orror de' notturni / silenzi si spandea lungo ne' campi / di falangi un tumulto e un suon di tube / e un incalzar di cavalli accorrenti / scalpitanti su gli elmi a' moribondi, / e pianto, ed inni, e delle Parche il canto.

Dal carme Dei sepolcri - Ugo Foscolo - Terza sezione - versi da 151 a 212

La questione del tram, che avrebbe dovuto passare per Piazza della Signoria a Firenze, è stata occasione per una istruttiva disquisizione con l'amico Sarcastycon, attraverso il commentario del mio precedente post ( questo: cliccare qui ). Sarcastycon, livornese di nascita, é toscano di antichissime generazioni. Ha nel cuore la sua bella e amata Toscana, al pari per come l'ebbe Oriana Fallaci. Nel suo piccolo, attraverso suoi blog, ha cercato di divulgare bellezze della sua regione poco conosciute. Mi è stato di grande utilità perchè io non sono mai stato fisicamente a Firenze. Ho solo attraversato la regione molte volte, prima in treno e poi in auto, ma a Firenze non ho mai sostato, perchè una visita adeguata alla città avrebbe richiesto non meno di tre giorni. Molti sarebbero i siti e i monumenti da vedere, e così ho sempre rimandato al dopo. Un dopo che è arrivato, ma carico di incognite e impedimenti. Insomma: chi ha tempo, non aspetti tempo!
Con Sarcastycon, al secolo Marcello, abbiamo spesso parlato - da ultimo nel mio commentario precedente, come già detto - di Firenze, delle sue bellezze architettoniche e delle sue chiese, ma non abbiamo ancora parlato della Basilica di Santa Croce e del suo Cimitero monumentale. Ci pensavo da giorni, ricordandomi e facendomi tornare alla mente i memorabili versi Dei sepolcri che i salesiani, presso i quali ho studiato, ci avevano fatto imparare a memoria, e che ci avevano commentato egregiamente. La terza sezione del carme è anche dedicata a personaggi illustri che vi sono sepolti. E' facile riconoscere tra questi: Machiavelli, Michelangelo, Galilei, Alfieri. E una sosta a Firenze m'avrebbe richiesto non meno di un giorno per la sosta sui loro monumenti in Santa Croce.

(a seguire)

martedì 22 settembre 2009

Un piccolo pesce

Nella luce del sole, filtrata dall’acqua del mare,
s’ intravede una mano che spande del cibo.
A tanta abbondanza accorrono in frotte
piccoli pesci che si pasciono allegri.
Passano i giorni e la festa continua,
più di una mano lancia loro del cibo
l’aspetto è diverso, ma il sapore è lo stesso.
Un piccolo pesce assaggia e non mangia,
crescono gli altri, belli e possenti,
ma lui minuto rimane.
S’agita il mare, accorrono i pesci,
non è manna che scende,
ma una rete li avvolge.
Il piccolo pesce, fuggite le maglie,
da un scoglio sommerso, mira la rete.
Una pinna lontana, a rossi pigmenti,
accenna un saluto.
Un ciao incosciente o un tragico addio?
Triste ed affamato, ma libero nuota,
fuori dal tempo, in un mare deserto.