lunedì 18 ottobre 2010

Pennellata d'autore


Da Piccolo Mondo Antico - Parte seconda, capitolo II (*)

La sonata del chiaro di luna e delle nuvole

Il sole calava dietro al ciglio del monte Brè e l'ombra oscurava rapidamente la costa precipitosa e le case di Oria, imprimeva, violacea e cupa, il profilo del monte sul verde luminoso delle onde che correvano oblique a ponente, grandi ancora ma senza spuma, nella breva stanca. Casa Ribera si era oscurata l'ultima. Addossata ai ripidi vigneti della montagna, sparsi d'ulivi essa cavalca la viottola che costeggia il lago, e pianta nell'onda viva una fronte modesta, fiancheggiata a ponente, verso il villaggio, da un giardinetto pensile a due ripiani, a levante, verso la chiesa, da una piccola terrazza gittata su pilastri che inquadrano un pezzo di sagrato. Entra in quella fronte una piccola darsena dove allora si dondolava, fra lo schiamazzar delle onde, il battello di Franco e Luisa. Sopra l'arco della darsena una galleria sottile lega il giardinetto pensile di ponente alla terrazza di levante e guarda il lago per tre finestre. La chiamavan loggia, forse perchè lo era stata in antico. La vecchia casa portava incrostati qua e là parecchi di questi venerandi nomi fossili che vivevano per la tradizione e figuravano, nella loro apparente assurdità, i misteri nella religione delle mura domestiche. Dietro alla loggia vi ha una sala spaziosa e dietro alla sala due stanze: a ponente il salottino da pranzo tappezzato di piccoli uomini illustri di carta, ciascuno sotto il proprio vetro e dentro la propria cornice, ciascuno atteggiato dignitosamente a modo degl'illustri di carne e d'ossa, come se i colleghi nemmanco esistessero e il mondo non guardasse che a lui; a levante la camera dell'alcova dove accanto agli sposi dormiva nel proprio letticciuolo la signorina Maria Maironi nata nell'agosto del 1852.

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(*) Arnoldo Mondadori Editore
Foto: FAI Fondo Ambiente Italiano - Proprietari di Villa Fogazzaro (in primo piano) in Oria Valsolda, Como, con accesso diretto al lago.

lunedì 4 ottobre 2010

Villa Fogazzaro Roi, un patrimonio da salvare

Pubblichiamo questo breve post dal blog di Marshall, che è la risposta dell'autore ad un post di Hesperia sul Giardino delle Esperidi. Si è poi scoperto che la Villa fa parte di uno dei quattro beni da salvare, di proprietà del FAI Fondo Ambiente Italia. Le donazioni al FAI vanno fatte entro il 31 ottobre.

Oggi il Tg5 ha parlato di questa villa ubicata ad Oria in Valsolda, sul lago di Lugano, facente parte del patrimonio del FAI Fondo Ambiente Italia, al quale è stata donata tempo addietro dall'erede di Antonio Fogazzaro, il pronipote marchese Giuseppe Roi, scomparso lo scorso anno. Questo post è anche la risposta indiretta al titolo/domanda del post di Hesperia, pubblicato sul Giardino delle Esperidi, la quale si chiede: che cos'è la letteratura?.
Fino a ieri per me sarebbe stato fin troppo facile (e retorico) rispondere che la letteratura è Manzoni; oggi invece con altrettanto entusiasmo risponderei che la letteratura è Fogazzaro; domani chi lo sà cosa risponderei? Ho ripreso in mano da poco la lettura del suo capolavoro: Piccolo Mondo Antico. L'ho preso in mano da quando mi è nata quella sorta di innamoramento per il lago di Como e di quella sua specie di allungamento (così almeno si potrebbe intendere consultando le carte geografiche) che è il lago di Lugano. La sua sponda orientale, da Valsolda a Porlezza, è rimasta incredibilmente italiana, e credo lo resterà per sempre, nonostante forze centrifughe potrebbero far scaturire il tentativo di farla staccare dall'Italia, magari con le fin troppo facili lusinghe che una sua associazione alla Confederazione Elvetica renderebbe loro la vita più semplice. Ma tante sono le vicende storiche che legano imperituramente quella parte del lago di Lugano a Milano, e quindi all'Italia. Ma questo sarà il tema che cercherò di sviluppare in un prossimo post.
Concludendo, personalmente leggo molto più volentieri romanzi che oltre ad avere una trama plausibile, mi facciano anche conoscere luoghi reali, ma a me sconosciuti. E in questo vedo che Fogazzaro è stato un maestro, alla pari del Manzoni. E andando a tempi più recenti, altrettanto bravi nel descrivere luoghi e località, siti e ambienti sono stati Bassani, Bacchelli, Pontiggia; e chi più ne sa, più ne metta.
Concludendo ancora, forse avrei posto la domanda in altri termini: quale funzione deve avere la letteratura, oltre a quella di svagare? Risposta semplice, quanto lapalissiana: quella d'insegnare.

La foto proviene dal sito istituzionale del FAI

sabato 2 ottobre 2010

Madonna del Castagno, Muggiò

postato da Marshall
http://ecopolfinanza.blogspot.com/2010/10/madonna-del-castagno-muggio.html#links
Muggiò, ridente cittadina brianzola, alle porte occidentali di Monza, oggi è quasi totalmente invasa dal cemento, con esclusione di sprazzi di verde ai confini coi comuni confinanti di Nova Milanese, Cinisello Balsamo, Desio, Lissone, Monza. Anche il cuore cittadino è un polmone verde, occupato com'è dal mirabile parco pubblico con collinetta interna, fiancheggiato dalla stupenda Villa Casati Stampa, ora monumento nazionale, acquisita e ristrutturata decenni or sono dal Comune di Muggiò che vi ha insediato i propri uffici.
Il territorio di Muggiò nel passato dev'essere stato assai ricco di castagni. Vi è infatti un Santuario dedicato alla Madonna del Castagno, le cui origini risalgono ad un'epoca remota, al XVI secolo, ai tempi della controriforma. Vi è avvenuto un evento straordinario, sul cui luogo il popolo eresse una cappella votiva. Nel '700, il conte Giuseppe Bolagnos, trasformò la cappella nell'attuale chiesetta, dedicandola alla Beata Vergine Addolorata. Il bel viale pedonale d'accesso, che corre in parallelo a via Libertà, un tempo era chiamato viale Rimembranze, ed è stato rinominato Viale del Castano, forse in virtù dei bei castani che rigogliosi fiancheggiano il vialetto (il tutto è visibile attraverso Google Maps View). Esso infatti corre in mezzo a due filari di enormi castagni monumentali, fiancheggiando la strada intercomunale che collega Muggiò a Desio. Provenendo da Desio, la strada termina in prossimità del trafficato incrocio semaforizzato con via Italia. In conseguenza di ciò, nelle ore di punta, quella zona cittadina sarebbe impregnata dei gas di scarico delle automobili, se non ci fossero quegli alberi a mitigarne il nefasto effetto. Ai piedi dei castani sono stati posti recentemente cippi in pietra con targhe nominali riportanti i nomi di 61 muggioresi morti durante la guerra del '15-'18. Al termine del vialetto (vedi foto) vi è situata la chiesetta.

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Foto di Lido Pierucci, da Panoramio