martedì 5 maggio 2009

Cane e uomo nella vita e nell'arte

Guardando i miei quattro bassotti, che considero componenti a tutti gli effetti della mia famiglia, ho pensato che cane e uomo sono complementari fin dai tempi più remoti. Non per nulla il cane è considerato il “miglior amico dell’uomo” e l’uomo ha ricambiato questo grande “amore” attraverso i secoli, anche in campo artistico. Giustamente, perché nessun essere vivente è più fedele al proprio compagno di vita di un cane.
Lo sguardo appassionato dei miei cagnetti, la loro allegria, la loro gioia nel vedermi, mi ripagano ampiamente dei pochi sacrifici che faccio per loro.Questo legame intenso, che si crea fra uomo e cane ha fatto si, che quest’ultimo fosse spesso protagonista di miti e leggende, che sono giunti fino a noi, dall'archeologia e dalle arti.
Le rappresentazioni dei cani spaziano dalle scene di vita quotidiana all'incarnazione di personaggi simbolici ed allegorici, come Anubi e Cerbero diventati i traghettatori ed i custodi delle anime dei defunti nell'aldilà, in alternativa figure di cani incarnano le classiche virtù della fedeltà e del coraggio, ma anche i vizi e le passioni umane. Sia nella cultura egiziana che in quella greco-romana spesso i cani, simbolo di estrema fedeltà, erano destinati a perire con i padroni oppure venivano sacrificati nei riti di fondazione delle città per propiziarne la prosperità e l'inattaccabilità, così che, spesso si trovano immagini di cani (in alternativa a leoni e grifoni) sulle mura di cinta delle cittadine, sulle porte di case e palazzi, all’entrata di templi e tombe.
L’argomento è molto vasto mi limiterò a sintetizzare due epoche, per me molto prolifiche, l’antico Egitto e il Rinascimento.
Il cane nell'arte egizia
L’arte egizia, in particolare offre molte rappresentazioni di cani sui monumento funerari.
Come la stele trovata ad Abydos che deriva dal Regno Medio (c. 2040 -1640).Si può osservare il piccolo cane sotto la sedia del defunto. Il cane ha un corpo lungo, tarchiato e gambe corte, tipico della razza bassotto. I proprietari di Dachshund (bassotto tedesco), credono che la razza abbia origini egiziane ed antiche, e è probabile che questa stele sia la prova.

D’altronde Anubi divinità funeraria e guardiano fedele delle tombe e del sonno dei defunti, rappresentato in forma di canide nero, è passato alla storia come il nobile progenitore dell'attuale Cane dei Faraoni, venerato dagli egizi quattromila anni or sono, tanto che il ritratto di un cane elegante, dalle orecchie grandi e dalla forme ugualmente armoniose, è stato ritrovato all'interno delle piramidi. Nella grande necropoli ad ovest della piramide di Cheope nel 1935 è stato rinvenuto un cane pressochè identico al Cane dei Faraoni, imbalsamato e tumulato in un sarcofago fatto su misura.
Il cane nell’arte Rinascimentale
Tra il cinquecento ed il seicento il cane comincia ad essere inserito nella composizioni pittoriche come interprete delle passioni e dei caratteri dell’uomo. Il grande incisore tedesco Albrecht Durer nel 1514 incide
la Melanconia come una figura femminile alata dal viso scuro, con la testa reclinata ad indicare le sofferenze patite, accucciato e raggomitolato su sé stesso ai suoi, piedi il suo cane, forse un levriero, in un atteggiamento così triste e sconsolato da toccare il cuore. Nel celebre dipinto dei coniugi Arnolfini del pittore fiammingo Jan Van Eyck, il cane un Cairn Terrier (o forse uno spitz o un griffoncino), messo in primo piano simboleggia la virtù più importante del matrimonio, la fedeltà coniugale.
Ma tutto il quadro è un concentrato di simboli. Il dipinto mostra Giovanni Arnolfini e la sua sposa Giovanna Cenami, ma in realtà costituisce, l’allegoria di un’unione felice di cui sono testimoni le figure che si intravedono nello specchio (tra cui il pittore nell’atto di dipingere la coppia) coronato dall’abbondanza e dalla prosperità. L’unica candela accesa nel lampadario allude alla fede mentre le arance sparse alla fertilità. Il cagnolino come già detto, alla fedeltà.


Altre volte il cane è simbolo della passione, dell’irruenza, o anche dell’impudenza amorosa. Il cane rappresenta il desiderio carnale nei giardini dell’amore cortese, desiderio più o meno intenso a seconda dell’atteggiamento assunto dal cane nel dipinto. Il giardino cortese di Michel de Renaud de Montauban è il luogo dove l’amore viene coltivato e rivelato attraverso le conversazioni, la musica e le danze: il cane stilizzato è attento ma calmo, segno di un amore più spirituale che passionale. (simb. 252)Michel de Renaud de Montauban, Il giardino cortese, metà del XV secolo.
Concludo questo testimonianza d'amore ai nostri amici a quattro zampe, con una denuncia, perchè l'uomo, può essere anche il peggior carnefice del cane.
L'arte contemporanea, é diventata troppo spesso una ricerca del clamore, dell'effetto fine a se' stesso, che di artistico ha ben poco e di bello ancora meno, l'importante é sbalordire, scioccare e far parlare di se'.
In quest'ottica s'inquadra la vicenda di Natividad, cane randagio sacrificato in nome di uno scempio, che qualcuno ha cercato di far passare per arte.
Il barbaro assassinio di una povera bestia, ma anche dell'arte.
Needle

3 commenti:

  1. Needle
    molto bello questo tuo post,mi sono permesso di esplicitare le immagini,esclusa l'ultima,cmq se preferisci che le tolga dimmelo, faccio presto ho salvato la tua versione originale.
    ciao
    Marcello

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  2. Credimi Needle, invidio tanto la tua cultura e le tu capacità letterarie, ma più ti invidio i quattro bassotti.

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