mercoledì 6 maggio 2009

Ilaria del Carretto e il suo cagnolino.





San Martino a Lucca. Una chiesa che è anzitutto un capolavoro del romanico, con quella sua agile facciata che si appoggia al candido campanile. Una superficie traforata come un merletto d’altri tempi che gioca volentieri con la luce del sole, creando contrasti che cambiano continuamente.
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Ma ciò che cerchiamo è custodito dietro un’altra porta, quella della Sacrestia. Ci affacciamo e intravediamo subito quel volto bellissimo, dolce e sconvolgente. Mentre la luce soffusa sfiora appena, quasi temendo di ferire o, semplicemente, di svegliare quella candida figura adagiata nel marmo dal genio di Jacopo della Quercia. Ci viene spontaneo avvicinarci in punta di piedi, delicatamente, per paura di incrinare un equilibrio precario, di spezzare un filo magicamente teso come la mitica Arianna del labirinto. Sappiamo benissimo dalle guide, dai libri d’arte che quella statua che giace sul sarcofago con la base ornata di putti è solo un pezzo di pietra, anche se si tratta di uno dei massimi capolavori della scultura rinascimentale. Ma davvero l’impressione è che la figura palpiti di vita propria; che quella bellissima e giovane donna con i cappelli accuratamente raccolti nella benda imbottita e fiorita, con quell’abito di foggia francese, non aspetti altro che un nostro cenno (e, chissà, un bacio come la bella addormentata delle fiabe) per risvegliarsi. Forse è quello che desidera ardentemente anche quel tenero e struggente cagnolino che fissa la sua padroncina con quello sguardo che solo chi possiede un cane conosce.
http://tuscany.travel/personaggi-toscani/ilaria-del-carretto/index_ita.html

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